Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu/354

Da Wikisource.

I Nibelunghi 713

Cui la vita rapìa l’ardimentoso
Hildebrando. Il mio duol, gridava al prode,
Sì pagherete voi! Molti e gagliardi
Guerrieri già di qui rapiste a noi.
     425E di tal colpo l’arrivò, che chiaro
Altri intese da lungi il tintinnio
Di Balmunga, cui tolse Hàgene ardito
A Sifrido, nel dì ch’egli l’eroe
Colpì di morte. E difendeasi quello
430Guerriero antico, ed era egli d’assai
Destro e avveduto. Un ferro ampio vibrava,
Tagliente assai, di Dietrico il guerriero
Di contro al sire di Tronèga; eppure,
L’uom di Gunthero ei non potè ferirne,
435Ed Hàgene frattanto d’una piaga
Per l’arnese il toccò. Ratto che il vecchio
Hildebrando toccava esta ferita,
D’Hàgene dalla man danno maggiore
Egli temette. Dietro dalla schiena
440L’uom di Dietrico si gittò lo scudo,
E ad Hàgene sfuggì con le sue forti
Piaghe quel prode. E, omai, niuno era in vita