Ardirem noi discender cavalcando 220D’Ètzel a le contrade? — Il re possente
Rispose allora: Abbandonò suo sdegno
La mia sirocchia, e ciò che femmo a lei,
Dimenticò per noi nell’amoroso
Bacio ch’ella ci diè, pria che partisse 225Cavalcando di qui. Forse gli è questo
Che per voi solo, Hàgen, ell’ha disdegno.
Prender non vi lasciate a questi inganni,
Ei rispondea, per quanto i messaggieri
Dicon degli Unni. E se veder bramate 230Kriemhilde ancor, la vita là v’è d’uopo
Perdere con l’onor. Lungo pensiero
Fe’ di vendetta d’Ètzel la mogliera.
E principe Gernòt in suo consiglio
Così dicea: Poichè per vostre colpe 235Temete voi, là, degli Unni nel regno,
La morte, di veder la nostra suora
Speme dovremmo abbandonar. Cotesto
Male assai sarìa fatto. — Al cavaliero
Prence Gislhèr fe’ un motto: Hàgene amico, 240Poi che voi stesso vi sentite in colpa,