Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu/99

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458 I Nibelunghi

Ardirem noi discender cavalcando
220D’Ètzel a le contrade? — Il re possente
Rispose allora: Abbandonò suo sdegno
La mia sirocchia, e ciò che femmo a lei,
Dimenticò per noi nell’amoroso
Bacio ch’ella ci diè, pria che partisse
225Cavalcando di qui. Forse gli è questo
Che per voi solo, Hàgen, ell’ha disdegno.
     Prender non vi lasciate a questi inganni,
Ei rispondea, per quanto i messaggieri
Dicon degli Unni. E se veder bramate
230Kriemhilde ancor, la vita là v’è d’uopo
Perdere con l’onor. Lungo pensiero
Fe’ di vendetta d’Ètzel la mogliera.
     E principe Gernòt in suo consiglio
Così dicea: Poichè per vostre colpe
235Temete voi, là, degli Unni nel regno,
La morte, di veder la nostra suora
Speme dovremmo abbandonar. Cotesto
Male assai sarìa fatto. — Al cavaliero
Prence Gislhèr fe’ un motto: Hàgene amico,
240Poi che voi stesso vi sentite in colpa,