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84 | Capitolo tredicesimo |
— Ma bisogna pescarli questi pesci e non possediamo ami.
— Fortunatamente ce li daranno le piante.
— E quali? — chiese il marinaio stupito.
— Ancora i bambù. Quelli chiamati hauer-tgiutgiuk o di Blume, hanno le spine ricurve le quali possono servire di ami.
— Andiamo a cercarle, signore, e poi andremo a pescare. Sono impaziente di mettermi in viaggio per conoscere un po’ la terra che ci ospita.
— Andiamo, Enrico! sono anch’io curioso di conoscere il dominio dei Robinson Italiani. —
Capitolo XIII
Attraverso i boschi
Il 18 settembre, cioè venticinque giorni dopo il loro approdo su quell’isola, i naufraghi si mettevano in marcia per fare una esplorazione del loro dominio, se non totale, almeno parziale.
Non conoscendo ancora l’estensione di quella terra, avevano deciso di guadagnare la vetta dell’alta montagna, certi di poter di là abbracciare tutte le coste e di formarsi un’idea più o meno esatta della possessione.
Si erano provveduti di una trentina di chilogrammi di pane rinchiusi in solidi sacchi di tela, accuratamente cuciti essendosi già procurati gli aghi desiderati colle spine di alcuni grossi pesci, delle armi con frecce avvelenate e senza veleno per abbattere se non della grossa selvaggina almeno degli uccelli, di alcuni litri di tuwak, forte ed eccellente liquore ricavato dal succo fermentato dell’arenga saccharifera, di sale ed anche di carne avendo torto il collo ai loro più grossi uccelli.
Le due scimmie li seguivano portando nei loro sacchi la