Pagina:I Vicerè.djvu/182

Da Wikisource.
180 I Vicerè

se non per sei mesi, vi cadeva copiosa in inverno, e il freddo era ancora troppo pizzicante; tanto che gli ammalati bisognò mandarli in un altro ospizio fabbricato apposta più giù, alle porte di Catania; senza dire che i ladri infestavano quelle campagne. Veramente i monaci, che avevano fatto voto di povertà, non avrebbero dovuto temerli; perchè «cento ladri» come dice il proverbio, «non possono spogliare un nudo,» ma re, regine, vicerè e baroni avevano cominciato a donar roba al convento; e a furia di raccoglier legati i Padri si trovavano possessori di un gran patrimonio. Ora, chi doveva godersi quelle ricchezze? i topi? Perciò nel 1550, i Benedettini pensarono di venirsene definitivamente in città, mettendo la prima pietra d’un magnifico edifizio alla presenza del Vicerè Medinaceli. Certuni volevan dire che San Benedetto fosse crucciato perchè i suoi figli avevano lasciato i boschi e s’erano accasati da signori in città: menzogna patente, poichè, finito che fu il convento, il glorioso fondatore dell’Ordine lo preservò dal fuoco del vulcano: la lava dei Monti Rossi, discesa fino a Catania, preciso in direzione del convento, giunta dinanzi ad esso girò dalla parte di ponente e andò a gettarsi in mare senza fargli alcun danno. È vero che nel 1693 il terremoto rovinò l’edificio dalle fondamenta; però il castigo, se mai, non fu inflitto ai soli Padri, ma a mezza Sicilia che se ne cascò come un castello di carte. E allora finalmente cominciarono la costruzione che adesso ammiravasi, sopra un piano tanto grandioso che non si potè eseguir tutto: per portarne a compimento una metà, i lavori durarono fino al 1735. La ricchezza dei Padri era pervenuta al sommo: settantamila onze l’anno, e certi feudi erano così vasti, che nessuno ne aveva fatto il giro!

Quando parlava di queste cose, Frà Carmelo non ismetteva più, perchè egli aveva passato più di cinquant’anni fra quelle mura, e voleva bene ai Padri, ai novizii, alle immagini della chiesa ed agli alberi della Flora, come se tutti fossero parte della sua famiglia.