Pagina:I Vicerè.djvu/495

Da Wikisource.

I Vicerè 493

nei caffè, nei teatri, nei negozii dove comperava una quantità di cose inutili, col solo scopo di lasciare il suo indirizzo: Principino di Mirabella, albergo tale — il più caro della città. E meno male ancora a Napoli, dove le tradizioni d’uno spagnolismo in tutto eguale al siciliano gli facevano dare dell’Eccellenza dagli sconosciuti che gli si professavano servi; ma a Firenze, a Milano, gli toccava il semplice signore; e invano Baldassarre, che gli stava sempre a fianco, prodigava il Sua Eccellenza e il Voscenza paesano: la gente sorrideva o restava a bocca aperta alle espressioni stravaganti del maestro di casa.

Così, per evitare queste mortificazioni, il principino passò all’estero più presto del tempo stabilito. In paese straniero, la maggior ricchezza e autorità della gente della sua casta non lo feriva tanto, ma un altro impaccio lo aspettava: col suo povero e mal digerito francese, si sentì come fuor del mondo a Vienna, a Berlino, a Londra: a Parigi fece sorridere come in Italia Baldassarre. Ma frattanto la Sicilia, il suo paese nativo, la sua casa dove la considerazione ed il primato d’un tempo lo aspettavano, erano divenute per lui sempre più piccoli e meschini. Come rassegnarsi a tornare laggiù, dopo aver visto la gran vita delle grandi città? E come tenere un posto mediocre in una capitale? Bisognava dunque essere il primo tra i primi!... E una volta entratagli in testa quest’idea, Consalvo si mise a considerare in qual modo attuarla. Suo padre avrebbe consentito a lasciarlo andar via per sempre? La cosa era dubbia, ma il certo era che, articolo quattrini, ne avrebbe assegnati il meno possibile; e con vincoli umilianti, come durante quel viaggio, tutte le spese del quale dovevano esser fatte personalmente dal maestro di casa! Vivendo il padre, egli non avrebbe dunque potuto conseguire il suo scopo; e il principe poteva vivere cent’anni, come tanti di quegli Uzeda che avevano il cuoio duro, se il vecchio sangue non si scomponeva prima del tempo... E Consalvo che, ragionando freddamente, mettendo a calcolo tutto, faceva i suoi conti sulla