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I Vicerè 55

ritti di legittima, altrettanti legati superiori alla quota che loro spetterebbe per legge, nel modo qui appresso descritto.

«Eccettuo innanzi tutto quelli entrati in religione, pei quali richiamo, confermo e completo le disposizioni da me prese al tempo della loro professione, e cioè:

«Primo: in favore del mio diletto figlio Lodovico, in religione Padre Benedetto della Congregazione Cassinese, decano nel convento di San Nicola dell’Arena in Catania, la dotazione di onze 36 (dico trentasei) annue, assegnategli con atto del 12 novembre 1844.

«Secondo: in favore di mia figlia primogenita Angiolina, in religione Suor Maria Crocifissa, monaca nella badia di San Placido in Catania, come segno di particolare soddisfazione e gradimento per l’obbedienza osservata nel contentare il mio desiderio di vederla abbracciare lo stato monastico, completo la mia disposizione del 7 marzo 1852, ordinando che si prelevi dalla massa dei beni la somma di onze 2000 (due mila), valore del fondo denominato la Timpa, posto nel Bosco etneo, contrada Belvedere, ordinando che coi frutti di esso immobile siano celebrate tre messe quotidiane dentro la chiesa della predetta badia di San Placido, e precisamente nell’altare del Crocifisso, dovendo tale celebrazione aver principio in seguito alla morte della predetta mia figlia Suor Maria Crocifissa, e intendendo che durante vita della stessa i frutti si debbano da lei percepire, a titolo di livello, vitaliziamente. Cessando di vivere essa mia figlia, ordino che l’amministrazione resti affidata alla Madre Badessa, pro tempore, della prefata badia, alla quale superiora intendo che resti conferita la facoltà di eleggere i sacerdoti celebranti, e non ad altri.

«Venendo poi agli altri miei figli per eseguire la divisione legittimaria, lascio al mio benamato Ferdinando....» e Ferdinando, che era stato a seguire il volo delle mosche, si voltò finalmente verso il lettore, «la piena ed assoluta proprietà del latifondo denominato le