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138 Torino

iii.


Un po’ vecchiotta, provinciale, fresca
tuttavia d’un tal garbo parigino,
3in te ritrovo me stesso bambino,
ritrovo la mia grazia fanciullesca
e mi sei cara come la fantesca
6che m’ha veduto nascere, o Torino!

Tu m’hai veduto nascere, indulgesti
ai sogni del fanciullo trasognato:
9tutto me stesso, tutto il mio passato
i miei ricordi più teneri e mesti
dormono in te, sepolti come vesti
12sepolte in un armadio canforato.