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frenologi e psichiatri | 131 |
un entusiasmo d’apostolo, disegnando colla sapiente e infaticabile sua matita un enorme materiale fisionomico, sovra cui eresse il tentativo di classificare gli uomini in diverse categorie, distinguendole l’una dall’altra per mezzo dei caratteri esteriori. E l’aver accennato in modo sicuro all’esistenza dei vari tipi umani e l’aver dato un cospicuo contributo allo studio positivo di essi, è un vanto che gli ulteriori progressi della scienza non gli potranno mai togliere. E che della Antropologia criminale possa e debba essere considerato uno dei fattori, basterebbero le sue idee sugli istinti e sull’educazione, e le sue opinioni sul libero arbitrio, che lo pongono nel cuore della filosofia contemporanea e ne fanno un convinto determinista.
L’opera di Gall, dopo un periodo di successo immenso, generale, dopo aver tenuto per anni lo scettro nella fisiologia cerebrale, parve crollare a completa rovina. L’edificio dei frenologisti, per opera specialmente di Flourens, che aveva creduto dimostrare che tutte le parti del cervello fossero equivalenti nelle loro funzioni e che potessero perciò reciprocamente supplirsi, parve distrutta. Alla fortuna di questa demolizione provvedevano anche le preoccupazioni dei metafisici che salutarono Flourens quale salvatore dell’anima. Ma quanto di vero si conteneva nelle concezioni di Gall rifulse di luce meridiana colle nuove conquiste dell’anatomia patologica e della clinica. Ora è tempo gli sia fatta giustizia e si riconosca in Gall una profonda intuizione.