Pagina:I promessi sposi (1825) I.djvu/209

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per mano i figliuoletti più adulti, ai quali facevano ripetere le orazioni della sera; venivano gli uomini colle vanghe, e colle zappe in su le spalle. All’aprirsi degli usci si vedevano luccicare qua e là i fuochi accesi per le povere cene: si udivano nella via saluti dati e renduti, e colloquii brevi e tristi sulla scarsezza del ricolto, e sulla miseria dell’anno: e più delle parole si udivano i tocchi misurati e sonori della squilla che annunziava il finire del giorno. Quando Renzo vide che i due indiscreti s’erano ritirati, continuò la sua strada nelle tenebre crescenti, dando a bassa voce ora un ricordo ora un altro, ora all’uno ora all’altro fratello. Giunsero alla casetta di Lucia ch’egli era notte fatta.

Tra il primo concetto d’una impresa terribile, e l’esecuzione di essa, (ha detto un barbaro che non era privo d’ingegno) l’intervallo è un sogno pieno di fantasmi e di paure. Lucia era da molte ore nelle angosce d’un tal sogno: e Agnese, la stessa Agnese, l’autrice del consiglio, stava sopra pensiero, e trovava a stento parole per rincorare la figlia. Ma al momento del destarsi, al momento in cui si vuol por mano all’azione, l’animo si trova tutto trasformato. Al terrore ed al coraggio che vi contendevano, succede un altro