Pagina:I promessi sposi (1825) I.djvu/210

Da Wikisource.

203

terrore e un altro coraggio: l’impresa si affaccia alla mente come una nuova apparizione: ciò che più si apprendeva da prima, sembra talvolta divenuto in un punto agevole: talvolta s’ingrandisce l’ostacolo che appena si era avvertito; l’immaginazione si arretra spaventata, le membra negano il loro uficio, e il cuore manca alle promesse che aveva fatte con più sicurezza. Al picchiare sommesso di Renzo, Lucia fu presa da tanto terrore che risolvette in quel momento di soffrire ogni cosa, di esser sempre divisa da lui, piuttosto che eseguire la risoluzione presa; ma quando egli si fu mostrato, ed ebbe detto: “son qui, andiamo;” quando tutti si mostrarono pronti ad avviarsi senza esitazione, come a cosa stabilita, irrevocabile, Lucia non ebbe spazio nè cuore d’intromettere difficoltà, e come strascinata, prese tremando un braccio della madre, un braccio del promesso sposo, e si mosse colla brigata avventuriera.

Zitti zitti, nelle tenebre, a passo misurato, uscirono della porta e presero la strada fuori del paese. La più corta sarebbe stata di attraversarlo, per divenire all’altro capo dove era la casa di don Abbondio: ma scelsero quell’altra per non esser veduti. Per viottoli tra gli orti e i campi, giunsero presso a quella