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Pagina:I promessi sposi (1825) I.djvu/222

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lasciare di arrestarci un momento a fare una riflessione. Renzo il quale strepitava di notte in casa altrui, che vi s’era tramesso di soppiatto, e teneva il padrone stesso assediato in una stanza, ha tutta l’apparenza d’un oppressore; eppure alla fine del fatto, egli era l’oppresso. Don Abbondio, sorpreso, messo in fuga, spaventato, mentre attendeva tranquillamente ai fatti suoi, parrebbe la vittima; eppure in realtà era egli che faceva torto. Così va sovente il mondo..... voglio dire, così andava nel secolo decimo settimo.

L’assediato, veggendo che il nemico non dava segno di sgomberare, aperse una finestra che guardava in sul sagrato, e si diede a gridare: “aiuto! aiuto!” Batteva la più bella luna del mondo: l’ombra della chiesa, e più in fuori l’ombra lunga ed acuta del campanile si stendeva bruna, immobile e netta sul piano erboso e lucente del sagrato: ogni oggetto si poteva discernere quasi come di giorno. Ma fin dove giungeva lo sguardo, non appariva indizio di persona vivente. Contiguo però al muro laterale della chiesa, e appunto dal lato che guardava verso la casa parrocchiale, era un picciolo abituro, un bugigattolo dove dormiva il sagrestano. Fu questi riscosso da quello sformato grido, fe’ un balzo