Pagina:I promessi sposi (1825) I.djvu/230

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abbiamo piantate al di là d’un certo canto. Agnese aveva procurato di slontanar l’altra dalla casa di don Abbondio, il più che fosse possibile; e fino ad un certo punto la cosa era andata bene. Ma tutt’ad un tratto la serva s’era ricordata della porta rimasta aperta, e aveva voluto tornare indietro. Non c’era che dire: Agnese per non farle nascere qualche sospetto, aveva dovuto voltar con lei e andarle dietro, cercando però di soprattenerla ogni volta che la vedesse infervorata ben bene nel racconto di quei tali matrimonii andati a monte. Mostrava di darle una grande udienza, e di tempo in tempo, per far vedere che stava attenta, o per ravviare il cicalìo, diceva: “sicuro: adesso capisco: va benissimo: la è chiara: e poi? e egli? e voi?” Ma intanto faceva un altro discorso con se stessa. — Saranno mo usciti a quest’ora? O saranno ancor dentro? Che allocchi siamo stati tutti e tre a non concertar qualche segnale per dare avviso a me quando la fosse riuscita! È stata proprio grossa! Ma la è fatta: ora il meglio è di tener costei a bada il più che si possa: alla peggio sarà un po’ di tempo perduto. — Così, a pose e a scorserelle, s’erano ricondotte poco lontano dalla casa di don Abbondio, la quale però non vedevano per ragione