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Don Abbondio, il quale, appena accortosi della fuga degl’invasori, s’era ritirato dalla finestra, e l’aveva richiusa, e che in questo momento stava a battagliar sotto voce con Perpetua che l’aveva lasciato solo in quel viluppo, dovette, quando si sentì chiamare a voce di popolo, venir di nuovo alla finestra; e visto quel gran soccorso, si pentì d’averlo invocato.
“Che cosa è stato? — Che le hanno fatto? — Chi sono costoro? — Dove sono?” gli veniva gridato da cinquanta voci a un tratto.
“Non c’è più nessuno: vi ringrazio: tornate pure a casa.”
“Ma chi è stato? — Dove sono andati? — Che è accaduto?”
“Cattiva gente: gente che gira di notte; ma sono fuggiti: tornate a casa: non c’è più niente: un’altra volta, figliuoli: vi ringrazio del vostro buon cuore.” E detto questo, si ritrasse, e chiuse la finestra. Qui alcuni cominciarono a brontolare, altri a beffare, altri a bestemmiare; altri si stringevano nelle spalle e s’avviavano: quando arriva uno tutto trafelato che stentava a formar le parole. Stava costui di casa quasi rimpetto alle nostre donne, ed essendosi, al romore, fatto