Pagina:I promessi sposi (1825) I.djvu/243

Da Wikisource.
236

i suoi dubbii. S’acquetò, e disse: “va bene; ella ne sa più di me.”

“Fidatevi pure,” rispose il padre Cristoforo; e al dubbio chiarore della lampada che ardeva dinanzi all’altare, si accostò ai ricoverati, i quali stavano sospesi attendendo, e disse loro: “figliuoli! ringraziate il Signore che vi ha scampati da un gran pericolo. Forse in questo momento....!” E qui si fece a spiegare ciò che aveva mandato accennando pel picciol messo: giacchè non sospettava ch’eglino ne sapessero più di lui, e supponeva che Menico gli avesse trovati tranquilli alle case loro, prima che vi arrivassero gli scherani. Nessuno lo disingannò, nemmeno Lucia, alla quale però rimordeva segretamente di una tale dissimulazione con un tal uomo: ma era la notte dei viluppi e delle infinte.

“Dopo ciò,” continuò egli, “vedete bene, figliuoli, che questo paese non è ora sicuro per voi. È il vostro, ci siete nati, non avete fatto torto a nessuno; ma Dio vuol così. È una prova, figliuoli: sopportatela con pazienza, con fiducia, senza rancore, e siate certi che verrà tempo in cui vi chiamerete contenti di ciò che ora accade. Io ho pensato a trovarvi un rifugio per questi primi momenti. Presto, io spero,