Pagina:I promessi sposi (1825) I.djvu/255

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che potesse abbisognare. Colla sua scorta s’avviarono dunque al convento il quale, come ognun sa, era al di fuori di Monza un breve passeggio. Giunti alla porta, il conduttore tirò il campanello, fece chiamare il padre guardiano; questi comparve, e ricevette la lettera.

“Oh! fra Cristoforo!” diss’egli, riconoscendo il carattere. Il tuono della voce e i movimenti del volto indicavano manifestamente ch’egli proferiva il nome d’un grande amico. Convien poi dire che il nostro buon Cristoforo avesse in quella lettera raccomandate le donne con molto calore e riferito il lor caso con molto sentimento, perchè il guardiano di tratto in tratto faceva atti di sorpresa e d’indegnazione, e levando gli occhi dal foglio li fissava sopra le donne con una certa significazione di pietà e d’interessamento. Finito ch’ebbe di leggere, stette alquanto pensoso, e poi disse tra se: — non c’è che la signora: se la signora vuol pigliarsi questo impegno.....

Trasse quindi Agnese qualche passo lontano sulla piazzetta dinanzi al convento; le fece alcune interrogazioni, alle quali ella soddisfece; e tornato verso Lucia, disse ad entrambe: “donne mie, io tenterò; e spero