Pagina:I promessi sposi (1825) I.djvu/330

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stordimento che dovevano per forza regnare insieme nelle sue idee.

“Tu non hai torto, e ti sei portato bene,” disse don Rodrigo: “hai fatto quello che si poteva; ma... ma, che sotto queste tegole ci fosse una spia! Se c’è, se lo arrivo a scoprire, e lo scopriremo se c’è, te lo aggiusto io: ti so dir io, Griso, che lo concio pel dì delle feste.”

“Anche a me, signore,” disse questi, “è corso per la mente un tale sospetto: e se fosse vero, se si venisse a scoprire un birbone di questa sorte, il signor padrone l’ha da mettere nelle mie mani. Uno che si fosse preso il divertimento di farmi passare una notte come questa! toccherebbe a me di pagarlo. Però, dal tutto insieme m’è paruto di poter rilevare che ci debb’essere qualche altro garbuglio, che per ora non si può capire. Domani, signore, domani se ne vedrà l’acqua chiara.”

“Non siete stati riconosciuti almeno?”

Il Griso rispose che egli sperava di no, e la conchiusione del colloquio fu che don Rodrigo gli ordinò pel domani tre cose che colui avrebbe sapute ben pensare anche da sè. Spedire al mattino per tempissimo due uomini a fare al console quella tale intimazione,