Pagina:I promessi sposi (1825) I.djvu/346

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Il Griso tolse i due compagni e partì con una cera allegra e baldanzosa, ma bestemmiando nel segreto del cuore Monza e le taglie e le donne e le fantasie dei padroni; e cammininava come il lupo, che spinto dal digiuno, colla ventraia raggrinzata, e i solchi del costolame impressi nel bigio vello, cala dai suoi monti dove tutto è neve, procede sospettosamente nel piano, s’arresta tratto tratto con una zampa sospesa, dimenando la coda spelazzata,

Leva il muso, odorando il vento infido,

se mai gli porti sentore d’uomo o di ferro, drizza gli orecchi acuti, e gira due occhi sanguigni da cui traluce insieme l’ardore della preda e il terrore della caccia. Del rimanente, quel bel verso, chi volesse saper donde venga, è tratto da una diavoleria inedita di crociati e di lombardi, che presto non sarà più inedita, e farà un bel romore; e io l’ho pigliato perchè mi veniva a taglio, e donde l’ho tolto, lo dico per non farmi bello dell’altrui: che non pensasse taluno ch’ella sia una mia arte per far sapere che l’autore di quella diavoleria ed io siamo come fratelli, e ch’io frugo a mia voglia ne’ suoi manoscritti.

L’altro macchinamento di don Rodrigo era sul modo di far che Renzo, staccato che s’era