Pagina:I promessi sposi (1825) I.djvu/78

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a Milano, per qualche gran causa. Chiuse la porta e fece animo al giovane con queste parole: “figliuolo, ditemi il vostro caso.”

“Vorrei dirle una parola in confidenza.”

“Son qui,” rispose il dottore: “parlate.” E si assettò sul seggiolone. Renzo, ritto dinanzi alla tavola, facendo rotare colla destra il cappello intorno all’altra mano, rincominciò: “vorrei sapere da lei che ha studiato....

“Ditemi il fatto come sta,” interruppe il dottore.

“Ella ha da scusarmi, signor dottore: noi altri poveri non sappiamo parlar bene. Vorrei dunque sapere....

“Benedetta gente! siete tutti così: invece di raccontare il fatto, volete interrogare, perchè avete già i vostri disegni in testa.”

“Mi scusi, signor dottore. Vorrei sapere se a minacciare un curato, perchè non faccia un matrimonio, c’è pena.”

— Ho capito, (disse fra se e se il dottore, che in verità non aveva capito). Ho capito. — E tosto si fece serio, ma d’una serietà mista di compassione e di premura; strinse fortemente le labbra facendone uscire un suono inarticolato che accennava un sentimento, espresso poi più chiaramente nelle sue prime parole. “Caso serio; figliuolo; caso contemplato. Avete