Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/124

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sollevazione nè soggiogata nè vittoriosa, sospesa più che terminata dalla notte; una cosa monca, la fine d’un atto piuttosto che d’un dramma. Uno di coloro si spiccò dalla brigata, si fece accanto al sopravvenuto, e gli domandò se veniva da Milano.

“Io?” disse Renzo sorpreso, per pigliar tempo a rispondere.

“Voi, se la domanda è lecita.”

Renzo, scotendo il capo, strignendo le labbra, e facendone uscire un suono inarticolato, disse: “Milano, per quel che sento...... così, a dire intorno.... non debb’essere paese da andarvi al presente, fuori d’un gran caso di necessità.”

“Continua dunque anche oggi il fracasso?” domandò con più istanza il curioso.

“Bisognerebbe esser colà, per saperlo,” disse Renzo.

“Ma voi, non venite da Milano?”

“Vengo da Liscate,” rispose netto il giovane, che intanto aveva pensata la sua risposta. Ne veniva in fatti a rigore di termini, perchè v’era passato; e il nome lo aveva appreso a un certo punto del cammino da un viandante che gli aveva indicato quel paese come il primo che doveva attraversare, per arrivare a Gorgonzola.