Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/135

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tro ghiottoni, serviti con tutte le formalità, accompagnati dai cappuccini, e dai confratelli della buona morte: e gente che lo ha meritato. È una providenza, vedete; era una cosa necessaria. Cominciavano già a prendere il vezzo d’entrar nelle botteghe, e di servirsi, senza metter mano alla borsa; se li lasciavan fare, dopo il pane sarebbe venuta la volta del vino, e così di mano in mano.... Pensate se coloro volevano dismettere una usanza così comoda, di loro spontanea volontà. E vi so dir io che per un galantuomo che ha bottega aperta era un pensiere poco allegro.»

“Sicuro,” disse uno degli ascoltatori. “Sicuro,” ripeterono gli altri in coro.

“E,” continuò il mercante, forbendosi la barba col mantile, “l’era ordita di lunga mano: c’era una lega, sapete?”

“C’era una lega?”

“C’era una lega. Tutte cabale fatte dai navarrini, da quel cardinale là di Francia, sapete, che ha un certo nome mezzo turco, e che ogni giorno ne pensa una nuova per fare un qualche dispetto alla corona di Spagna. Ma sopra tutto tende a far qualche tiro a Milano; perchè capisce bene, il furbo, che qui sta la forza del re.”