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Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/136

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“Già.”

“Volete vederne la prova? Chi ha fatto il più gran chiasso erano forestieri; andavano in volta facce, che in Milano non s’erano mai più vedute. Anzi mi dimenticava di dirvene una che m’è stata data per sicura. La giustizia aveva acchiappato uno in un’osteria....” Renzo, il quale non perdeva un ette di quel discorso, al tocco di questa corda, fu colto da un brivido, e diè un guizzo, prima che potesse pensare a contenersi. Nessuno però se ne avvide; e il dicitore, senza interrompere d’un istante il racconto, aveva proseguito: “uno che non si sa bene ancora da che parte fosse venuto, da chi fosse mandato, nè che razza d’uomo si fosse; ma certo era uno dei capi. Già ieri, nel forte del baccano, aveva fatto il diavolo; e poi non contento di ciò, s’era messo a predicare e a proporre, così una galanteria: che si ammazzassero tutti i signori. Furfantone! Chi farebbe vivere la povera gente, quando i signori fossero ammazzati? La giustizia che lo aveva appostato, gli mise le unghie addosso; gli si trovò un gran fascio di lettere; e lo menavano in prigione; ma che? i suoi compagni che facevano la guardia intorno all’osteria, vennero in gran forza, e lo liberarono, il manigoldo.”