Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/148

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poi lo sguardo, scerse il vasto piano dell’altra riva, sparso di paesi, e al di là i colli, e su uno di quelli una grande macchia biancastra, in che gli parve distinguere una città, Bergamo sicuramente. Scese un po’ sul pendìo, e separando e diramando con mani e braccia il prunaio, guardò giù, se qualche barchetta si movesse sul fiume, ascoltò se udisse un batter di remi; ma non vide nè intese nulla. Se fosse stato qualche cosa di meno dell’Adda, Renzo scendeva allora allora per tentarne il guado; ma egli sapeva bene che con l’Adda non era da far così a sicurtà.

Però si pose a consultar seco stesso molto pacatamente sul partito da prendere. Arrampicarsi su una pianta e star quivi aspettando l’aurora, per forse sei ore ch’ella poteva ancora indugiare, con quella brezza, con quella brina, in quell’abito, v’era più del bisogno per assiderare. Far le volte innanzi e indietro, per esercitarsi in tutto quel tempo, oltre che sarebbe stato poco efficace aiuto contra il rigore del sereno, egli era un troppo richiedere da quelle povere gambe che già avevano fatto più del loro dovere. Gli sovvenne in buon punto d’aver veduto in uno dei campi più vicini alla landa incolta, un cascinotto. Così i contadini della pianura milanese chia-