Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/155

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“Piano, piano”, disse il padrone; ma al veder poi con che garbo il giovane aveva dato di piglio allo stromento, e si disponeva a maneggiarlo, “ah, ah,” soggiunse, “siete del mestiere.”

“Un pochettino,” rispose Renzo; e vi diè dentro con un vigore e con una maestria più che da dilettante. E sbracciandosi tuttavia sospingeva tratto tratto un’occhiata ombrosa alla riva da cui si allontanavano, e poi una ansiosa a quella dove erano rivolti, e si crucciava di dovervi andare per la lunga; chè la corrente era ivi troppo rapida, per tagliarla direttamente; e la barca, parte rompendo, parte secondando il filo dell’acqua, doveva fare un tragitto diagonale. Come accade in tutte le faccende un po’ scure e ingarbugliate, che le difficoltà alla prima si presentino all’ingrosso, e nella esecuzione poi dieno in fuori per minuto, Renzo, or che l’Adda era, si può dir, valicata, sentiva molta inquietudine del non saper di certo se quivi ella fosse confine di stato, o se superato quell’ostacolo, un altro gliene rimanesse da superare. Onde, fatto rivolgere a sè con una voce il pescatore, e accennando col capo a quella macchia biancastra che aveva raffigurata la notte antecedente, e che allora gli appariva ben più