Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/158

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esitazioni, senza tanti inviluppi di parole, proferiva il nome del paese dove abitava quel suo cugino, per chiederne la strada. Dal primo che gliela indicò egli intese che gli rimanevano ancor nove miglia di viaggio.

Quel viaggio non fu lieto. Senza parlare delle cure che Renzo portava con sè, il suo occhio veniva ad ogni momento contristato da oggetti dolorosi, pei quali dovette accorgersi che ritroverebbe nel paese in cui s’inoltrava la penuria che aveva lasciata nel suo. Per tutta la via, e più ancora nelle terre e nei borghi, vedeva spesseggiar mendichi, mendichi i più per circostanza e non per mestiere, che mostravano la miseria più nel volto che nell’abito: contadini, montanari, artigiani, famiglie intere; e un misto ronzìo di supplicazioni, di querele e di vagiti. Questa vista, oltre la pietà dolorosa che destava nel suo cuore, lo metteva anche in pensiero dei casi suoi.

— Chi sa, — andava meditando, se trovo da far bene? se c’è lavoro, come negli anni passati? Basta; Bortolo mi voleva bene, è un buon figliuolo, ha fatto danari, mi ha invitato tante volte; non mi abbandonerà. E poi, la Providenza m’ha aiutato finora; m’aiuterà anche per l’avvenire. —

Intanto l’appetito, risvegliato già da qual-