Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/249

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“Tutto a puntino,” rispose, inchinandosi, il Nibbio: “l’avviso a tempo, la donna a tempo, nessuno sul luogo, un grido solo, nessun comparso, il cocchiere pronto, i cavalli bravi, nessun incontro: ma....

“Ma che?”

“Ma...... dico il vero, che avrei avuto più caro che l’ordine fosse stato di darle un’archibugiata nella schiena; senza sentirla parlare, senza vederla in volto.”

“Che? che? che vuoi tu dire?”

“Voglio dire che tutto quel tempo, tutto quel tempo.... Mi ha fatto troppa compassione.”

“Compassione! Che sai tu di compassione? Che cosa è compassione?”

“Non l’ho mai capito così bene come questa volta: è una storia la compassione un po’ come la paura: se uno le lascia pigliar possesso, non è più uomo.”

“Sentiamo un po’ come ha fatto costei per muoverti a compassione.”

“O signore illustrissimo! tanto tempo....! piangere, pregare, e far certi occhi, e diventar bianca bianca come morta, e poi singhiozzare, e pregar di nuovo, e certe parole....

— Non la voglio in casa costei, — pen-