Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/250

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sava tra sè intanto l’innominato. — In mal punto mi sono impegnato; ma ho promesso, ho promesso. Quando sarà lontana..... — E levando la faccia in atto imperioso verso il Nibbio, “ora,” gli disse, “metti da parte la compassione: monta a cavallo, piglia un compagno, due se vuoi; e va, va, fin che sii giunto a casa di quel don Rodrigo, tu sai. Digli che mandi tosto.... ma tosto, perchè altrimenti....

Ma un altro no interno più imperioso del primo gli inibì di finire. “No,” disse con voce risoluta, quasi per esprimere a sè stesso il comando di quella voce segreta. “No: va, riposa: e domattina.... farai quello che ti dirò!”

— Un qualche demonio ha costei dalla sua, — pensava poi, rimaso solo, in piede, colle braccia incrocicchiate sul petto, e col guardo immoto su una parte del pavimento, dove il raggio della luna, entrando da una finestra elevata, disegnava un quadrato di luce pallida tagliata a scacchi dalle grosse sbarre di ferro, e frastagliata più minutamente dai piccioli compartimenti delle vetriere. — Un qualche demonio, o.... un qualche angiolo che la protegga..... Compassione al Nibbio!.... Domattina, domattina per tempo, fuori di qui