Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/251

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costei; al suo destino: e non se ne parli più, e, — proseguiva seco stesso, con quell’animo con cui si fa un comandamento ad un ragazzo indocile, sapendo che non obbedirà, — e non ci si pensi più. Quell’animale di don Rodrigo non mi venga a rompere il capo con ringraziamenti; che.... non voglio più sentir parlare di costei. L’ho servito perchè.... perchè ho promesso: e ho promesso, perchè..... è il mio destino. Ma voglio che me lo paghi bene questo servizio colui. Vediamo un pò.....

E voleva ghiribizzare qualche opera scabrosa da imporre a don Rodrigo per compenso, e quasi per pena: ma gli si venner di nuovo a gittar per traverso alla mente quelle parole: compassione al Nibbio! — Come dee aver fatto costei? — continuava, strascinato da quel pensiero. — Voglio vederla. Eh no. Sì, voglio vederla.

E d’una stanza in un’altra, trovò una scaletta; e su a tentone, si portò alla stanza della vecchia, picchiò col piede nelle imposte.

“Chi è?”

“Apri.”

A quella voce la vecchia fe’ tre salti; e tosto s’udì il paletto scorrere romoreggiando