Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/266

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marsi al compimento, invece d’irritarsi degli ostacoli, (chè l’ira in quel momento gli sarebbe sembrata soave) egli sentiva una tristezza, quasi uno sgomento dei passi già fatti. Il tempo gli si affacciò dinanzi voto d’ogni interesse, d’ogni volere, d’ogni azione, pieno soltanto di memorie intollerabili; tutte le ore simiglianti a quella che gli scorreva così lenta, così pesante sul capo. Si schierava nella fantasia tutti i suoi masnadieri, e non trovava una cosa che gl’importasse da comandare a nessuno di loro; anzi l’idea di rivederli, di trovarsi fra essi era un nuovo peso, un’idea di schifo e d’impaccio. E se volle pur trovare una faccenda pel domani, un’opera fattibile, dovè pensare che il domani poteva lasciare in libertà quella poveretta.

— La libererò, sì; appena spunti il giorno, correrò da lei, e le dirò: andate, andate. La farò accompagnare... E la promessa? E l’impegno? E don Rodrigo..... Chi è don Rodrigo? —

A guisa di chi è colto da una interrogazione inaspettata e imbarazzante di un superiore, l’innominato pensò tosto a rispondere a questa che s’era fatta egli stesso, piuttosto quel nuovo egli che cresciuto terribilmente in un tratto, sorgeva come a giudicare