Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/301

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farvi suo,” rispose pacatamente il cardinale.

“Dio! Dio! Dio! Se lo vedessi! Se lo sentissi! Dov’è questo Dio?”

“Voi me lo domandate? voi? E chi più di voi lo ha vicino? Non ve lo sentite in cuore, che vi opprime, che vi agita che non vi lascia stare, e nello stesso tempo vi attira, vi fa presentire una speranza, di quiete, di consolazione, d’una consolazione che sarà piena, immensa, tosto che voi lo riconosciate, lo confessiate, lo imploriate?”

“Oh, certo! ho qui qualche cosa che mi opprime, che mi divora! Ma Dio! Se c’è questo Dio, se è, quegli che dicono, che volete che faccia di me?”

Queste parole furono dette con un accento disperato; ma Federigo con un tuono solenne, come di placida inspirazione, rispose: “che può far Dio di voi? Che vuol farne? Un segno della sua potenza e della sua bontà: vuol cavar da voi una gloria che altri non gli potrebbe dare. Che il mondo grida da tanto tempo contro di voi che mille e mille voci detestino le vostre opere...” (l’innominato si scosse, e rimase stupefatto un momento a udirsi parlare quel linguaggio così insolito, più stupefatto ancora di non