Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/41

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le mani, separandosi tosto, distribuivano a dritta e a sinistra in rendimento di grazie alla pubblica benevolenza; ora spianandole e movendole lentamente fuori delle finestrine, per chiedere un po’ di luogo; ora abbassandole garbatamente, per chiedere un po’ di silenzio. Quando un po’ ne aveva ottenuto, i più vicini udivano e ripetevano le sue parole: “pane, abbondanza: vengo a far giustizia: un po’ di passo di grazia.” Sopraffatto poi e come affogato dal rombo di tante voci, dalla vista di tante facce stivate, di tanti occhi addosso a lui, si tirava indietro un momento, gonfiava le gote, mandava un gran soffio, e diceva tra sè e sè: — por mi vida, que de gente!

“Viva Ferrer! Non abbia paura. Ella è un galantumo. Pane, pane!”

“Sì; pane, pane,” rispondeva Ferrer: “abbondanza; lo prometto io,” e poneva la destra sul cuore. “Un po’ di passo,” aggiungeva poi con tutta la sua voce: “vengo a prenderlo prigione, per dargli il giusto castigo:” e soggiungeva sommessamente: “si està culpable.” Chinandosi poi innanzi verso il cocchiere, gli diceva in fretta: “adelante, Pedro, si puedes.

Il cocchiere sorrideva anch’egli alla molti-