Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/48

Da Wikisource.
46

erano costituiti guardia del corpo di Ferrer, lavoravano di spalle, di braccia, e di grida, a mantener la piazza vota, pregando in cuor loro Domeneddio che lo facesse far presto.

“Presto, presto” diceva anch’egli di dentro, sotto il portico, ai servitori, che gli si eran posti attorno, ansanti, gridanti: “sia benedetto! ah, eccellenza! oh eccellenza! uh eccellenza!”

“Presto, presto,” ripeteva Ferrer: “dov’è quest’uomo benedetto?”

Il vicario scendeva le scale, mezzo tirato e mezzo portato da altri suoi, bianco come un panno curato. Quando vide il suo aiuto, trasse un gran respiro; gli tornò il polso, gli scorse un po’ di vita nelle gambe, un po’ di colore sulle guance: e si affrettò alla volta di Ferrer, dicendo: “sono nelle mani di Dio e di vostra eccellenza. Ma come uscire di qui? Da per tutto è gente che mi vuol morto.”

Venga con migo, usted, e stia di buon animo: qui fuori è la mia carrozza; presto, presto.” Lo prese per mano e lo condusse verso la porta, facendogli coraggio tuttavia; ma diceva intanto in cuor suo: — aqui està el busillis! Dios nos valga!

La porta s’apre; Ferrer si mette fuori il primo; l’altro dietro, rannicchiato, attaccato,