Pagina:I promessi sposi (1825) III.djvu/154

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cappello, dicendo intanto in cuor suo: — ohimè, ohimè: son proprio venuto in un accampamento! — Qui il baroccio si fermò; ne scesero; don Abbondio pagò in fretta e congedò il condottiere; e con le due compagne, prese la salita, senza far motto. La vista di quei luoghi gli andava ridestando nella fantasia e frammischiando alle angosce presenti la rimembranza di quelle che aveva quivi sentite altra volta. E Agnese, la quale non gli aveva mai veduti quei luoghi, e se n’era fatta in mente una pittura fantastica che le si rappresentava ogni volta ch’ella pensasse alle cose che quivi erano succedute, vedendoli ora quali erano davvero, provava come un nuovo e più vivo sentimento di quelle memorie dolorose. “Oh signor curato!” sciamò ella: “a pensare che la mia povera Lucia è passata per questa strada...!

“Volete tacere? donna senza giudizio!” le gridò all’orecchio don Abbondio: “sono elle cose codeste da tirarsi in campo qui? Non sapete che siamo in casa sua? Fortuna che nessuno vi sente ora; ma se parlate a questo modo....

“Oh!” disse Agnese: “adesso che è santo...!

“Tacete lì,” le replicò all’orecchio don