Pagina:I promessi sposi (1825) III.djvu/341

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Così si dileguò del tutto quella soave speranza; e, dileguandosi, non solo portò via il conforto che aveva recato, ma, come accade il più sovente, lasciò l’uomo in peggior condizione di prima. Ormai la contingenza più felice era di trova Lucia inferma. Pure, all’ardore d’una speranza presente sottentrando quello del timore cresciuto, s’attaccò egli con tutte le forze dell’animo a quel tristo e debole filo; uscì nella corsia, e si mosse verso donde la processione era venuta. Quando fu appiè del tempietto, andò a porsi ginocchione sull’ultimo gradino; e quivi fece a Dio una preghiera, o per dir meglio un viluppo di parole scompigliate, di frasi interrotte, di esclamazioni, d’istanze, di querele, di promesse: uno di quei discorsi che non si fanno agli uomini, perchè non hanno abbastanza acume per intenderli, nè sofferenza per ascoltarli; non sono grandi abbastanza per sentirne compassione senza disprezzo.

Si rizzò, alquanto più rincorato; volse attorno al tempio, si trovò nell’altra corsia che non aveva ancora veduta e che faceva capo all’altra porta; dopo non molto andare, vide a dritta e a sinistra lo steccato di cui gli aveva detto il frate, ma tutto a squarci e a valichi, appunto com’egli aveva detto; en-