Pagina:I promessi sposi (1825) III.djvu/400

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stata una scopa; ha spazzato via certi soggetti, che, figliuoli miei, non ce ne liberavamo più: verdi, freschi, disposti; bisognava dire che chi era destinato a far loro le esequie, si trovava ancora in seminario, a fare i latinucci. E in un batter d’occhio sono spariti, a cento alla volta. Non lo vedremo più andare attorno con que’ tagliacantoni dietro, con quell’albagìa, con quella puzza, con quel palo in corpo, con quel guardar la gente, che pareva si stesse tutti al mondo per sua degnazione. Intanto, egli non c’è più, e noi ci siamo. Non manderà più di quelle imbasciate ai galantuomini. Ci ha dato un gran fastidio a tutti, vedete: chè adesso lo possiamo dire.”

“Io gli ho perdonato di cuore,” disse Renzo.

“E fai bene: è tuo dovere,” rispose don Abbondio: “ma si può anche ringraziare il cielo, che ce ne abbia liberati. Ora, venendo a noi, io vi torno a dire: fate voi quel che credete. Se volete ch’io vi mariti io, son qui; se vi torna più comodo altrimenti, fate voi. Quanto alla cattura, vedo anch’io che, non ci essendo adesso più nessuno che vi tenga di mira e voglia