Pagina:I promessi sposi (1825) III.djvu/45

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sommesso di voce, come se vi fosse stato presente qualcheduno, a cui ella non volesse farsi intendere, cominciò: “t’ho da dire una gran cosa;” e seguitò raccontando della inaspettata ventura.

“Iddio lo benedica quel signore,” disse Lucia: “così avrete da star bene voi, e potrete anche far del bene a qualchedun altro.”

“Come!” rispose Agnese: “non vedi quante cose possiam fare, con tanti danari? Senti; io non ho altri che te, che voi due, posso dire; perchè Renzo, da che ti cominciò a parlare, l’ho sempre risguardato come un mio figliuolo. Il tutto sta, che non gli sia accaduta qualche disgrazia, a vedere che non dà segno di vita: ma eh! ha mo da andar tutto male? Speriamo di no, speriamo. Per me, avrei avuto caro di lasciar l’ossa nel mio paese; ma ora che tu non ci puoi stare, in grazia di quel birbone, e anche solamente a pensare di averlo vicino, colui, m’è diventato amaro il mio paese: e con voi altri io sto da per tutto. Ero disposta, fin d’allora, a venir con voi altri, anche in capo del mondo; e sono sempre stata in proposito; ma, senza danari, come si fa? Capisci adesso? Quei quattro, che quel pove-