Pagina:I ricordi del Capitano D'Arce.djvu/121

Da Wikisource.

Ciò ch'è in fondo al bicchiere 111

faticata, ella mi chiese a bruciapelo, fissandomi in viso quegli occhi luminosi:

— Così? Non avete più nulla da dirvi, nè voi nè lei?

— Ahimè, no.

— Oooh!— esclamò ridendo,— oooh!...

E inzuccherò senza pietà il thè dell’Ammiraglio.

La contessa Ardilio le offrì di aiutarla. Ella accettò subito per venire a sedere accanto a me su di un canapè d’angolo.

— Abbiamo molte cose da dirci; ma è meglio non parlarne, è vero? A che serve oramai? Siamo perfettamente ragionevoli tutti e due.... Allora.... quando seppi il torto che avete fatto alla parola datami.... il giuramento del marinaio, vi rammentate?... — E sorrideva, povera Ginevra.— Però non ve ne volli.... nè a voi, nè a lei.... Ebbi dei torti anch’io.... Ma voi sapevate che non ero libera....

Allora mi parlò francamente di Alvise, il solo che non potesse farsi vivo fra i suoi amici. — Anch’io ho bisogno di perdono, lo so!... Ora tutto ciò è passato.... lontano tanto!... Vedete come ve ne parlo?...

Tornava a fare quel gesto vago, tirando in su i guanti lunghissimi. Tutta la sua civetteria riducevasi