Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
152 | Dramma intimo |
— Dove sei stato? — Dove vai? — Perchè mi lasci sola?
Ogni cosa la feriva; sembrava ingelosirsi anche di quel resto di eleganza ch’era sopravvissuto nella madre sua. Era arrivata a dirle, cercando di dissimulare la febbre che le si accendeva suo malgrado negli occhi: — Quando partirai?
La madre chinò il capo, quasi sotto il peso di un gastigo inevitabile.
Ma Bice tornava poi in sè, e pareva chiedere perdono a tutti colle sue parole e le sue carezze affettuose. Appena incominciò ad alzarsi da letto, la contessa fissò il giorno della partenza. Nel lasciarsi, madre e figlia, alla stazione, erano commosse entrambe, abbracciandosi senza dire una parola, all’ultimo momento, quasi dovessero lasciarsi per sempre.
La contessa giunse tardi a casa sua, di sera, affranta, intirizzita dal freddo. La casa vuota e deserta era fredda ancor essa, malgrado il gran fuoco acceso, malgrado le lumiere solitarie, nelle stanze malinconiche.