Pagina:I ricordi del Capitano D'Arce.djvu/33

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Giuramenti di marinaio 23

ho sputato sangue. Chi sa se mi troverete ancora quando tornerete in Italia, povero d’Arce!... Vi ricorderete sempre di me, dite? Verrete a trovarmi al camposanto?

Trasse pure il fazzolettino dalla tasca del petto, e se lo recò alla bocca, tossendo un po’, con certe piccole scosse che facevano sollevare gli omeri delicati sotto la giacchetta attillata, e le inumidivano gli occhi di un languore sorridente, e le facevano il viso tutto color di rosa. No, no, non volevo sentirla parlare così! L’avrei difesa da quelle malinconie, fra le mie braccia, stretta stretta. Ella schermivasi gaiamente; minacciava pure col fazzolettino... — Badate!... Che matto!... Siamo due matti!... Avete sempre quel brutto sospetto? No, sentite, voglio dirvi tutto. È meglio che sappiate tutto da me stessa... pel caso che egli vi abbia fatto le sue confidenze... quell’altro.... giacchè siete suo amico... Sì, lo so... voialtri uomini siete discreti... Lasciamola lì! È vero che mi ha fatto un po’ di corte... come tanti altri... più degli altri anche... E me la son lasciata fare. Mio marito... me lo ha messo fra i piedi lui stesso, il vostro amico, col pretesto di farne il suo ufficiale d’ordinanza... E gli ha attaccato il suo male pure... le sue esigenze e le sue gelosie.