Pagina:I ricordi del Capitano D'Arce.djvu/67

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Nè mai, nè sempre 57

dubbio, la febbre, la gelosia, in fino! la smania di sapere e di toccare con mano la sua disgrazia, di stringersela fra le braccia, e di conficcarsela ben bene nel cuore — costretto a mostrarsi disinvolto anche lui, onde evitare il ridicolo, allorché finalmente ella volle offrirgli una tazza di thè, nel vano di una finestra.

— Grazie. Me la son meritata. È vero.

— Ma.... secondo. Lasciatemi guardarvi in viso....

— Ah no! Non facciamo imprudenze! Io, per esempio, potrei vedere nel vostro qualcos’altro....

— Che cosa?

— Lui!...

— Lui, chi?

— Lui, quell’altro.... Vedete se sono buono!
Il poveretto arrivava a bruciarle sotto il naso il granellino d’incenso della gelosia amabile. Una cosa deliziosa. Ella, ridendo, diceva di no, di no, col sì negli occhi.

— Un altro, chi? Siete matto?

— Che so io.... il sogno di stanotte, il chiaro di luna, la canzone che passa, l’ultima parola che vi è rimasta nell’orecchio, fra tante.... forse senza che ve ne siate accorta voi stessa....

Casalengo si batteva i fianchi, non potendo com-