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56 I ricordi del Capitano D'Arce

la povera signora sentivasi disposta a dar fuoco alle polveri: uno di quei colpi di vento o di follia che vi fanno perdere la bussola. E Casalengo l’aveva persa davvero dietro a quella donna che rassegnavasi docilmente al supplizio di non riceverlo più da solo a solo — specie quando la incontrava al ballo o in teatro, e non poteva neppure metterle un bacio sull’omero nudo. Qualcosa gli diceva: Bada, essa non è più quella di prima. C’è qualcosa, un pensiero fisso, un segreto, un altro, negli occhi che ti guardano, nelle labbra che ti sorridono, nel gesto, nel suono della voce. Proprio! il vostro peccato, che vi si rivolta contro, e vi punisce....

— Ginevra! E impossibile durarla così.... quando si ama.... se mi amate ancora....

— Ingrato! — ribattè lei, fermandosi un minuto solo, sull’uscio della sala da giuoco.

— Perdonatemi.... Avete ragione.... sempre. Ma mettetevi nei miei panni, s’è vero che mi amate....

— Lasciatemi! Lui s’è voltato a guardarci.... Avete visto?

Aveva ragione, sempre, lei; anche quando rideva e civettava in mezzo a una folla di cicisbei per sviare i sospetti; mentre lui doveva tenersi in corpo il