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Pagina:I vecchi e i giovani Vol. II Pirandello.djvu/109

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— Ma si calmi! Dice sul serio? — riprese, con tono tra arrogante e derisorio, Capolino. — Che voleva lei da un Sottosegretario di Stato? che pretendeva? Che le buttasse le braccia al collo? Io non so.... Meglio di così? Non m’aspettavo io stesso una simile accoglienza....

— Eh, sfido! — ghignò, fremente, il Costa. — Se lei....

— Io, che cosa? — rimbeccò pronto Capolino. — Voleva promesse vaghe? fumo? Mi ha trattato, mi ha parlato da amico, da vero amico! E metta ch’io sono deputato d’opposizione; che sono stato combattuto dal Governo, accanitamente, nelle elezioni. Lei lo sa bene!

— Non so nulla io! — sbuffò il Costa. — So questo soltanto: che avevo l’ordine, ordine positivo, che il progetto almeno fosse preso subito in considerazione dal Governo. E lei non ha speso una parola; lei non ha fatto che approvare....

Capolino lo arrestò, squadrandolo dal capo alle piante.

— Parlo con un uomo, o parlo con un ragazzo? Dove vive lei? può credere sul serio che in un momento come questo, in mezzo a questo pandemonio, si possa attendere all’esame del suo disegno? L’ordine! Ma quando? Abbia pazienza! Quando ricevette lei quest’ordine da Flaminio Salvo? Prima di partire, è vero? Ma scusi, ormai.... ecco qua!

E Capolino con furioso gesto di sdegno trasse fuori dal fascio di carte che teneva sotto il braccio la partecipazione delle speciose nozze di S. E. il principe don Ippolito Laurentano con donna Adelaide Salvo.

— L’avrà ricevuta anche lei! — disse. — Si stia zitto, e non pensi più nè a ordini nè a progetti!