Pagina:I vecchi e i giovani Vol. II Pirandello.djvu/130

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e Lando Laurentano seguitavano a conversare tra loro pacatamente, e Ciccino prometteva a Nicoletta che presto sarebbe venuto a trovarla a Girgenti, e Donna Rosa e Lillina davano consigli a Dianella, che si regolasse così e così, se voleva presto recuperar la salute e la gajezza. Chiamato dal Salvo, Capolino rientrò poco dopo, e Aurelio Costa restò solo nel balcone.

Quanto vi restò? Guardava le stelle, guardava come in un sogno il chiaror della luna che si rifletteva su i vetri di lontane finestre dirimpetto, nella piazza; stretto da un’ansia smaniosa e dolce; senza più pensare al luogo ove si trovava; con una sola immagine innanzi agli occhi, quella di lei, che ora, tra poco, senza dubbio sarebbe venuta a trovarlo lì per dirgli: A domani! Per sempre! — A domani, per sempre, — si ripeteva, serrando le pugna, con gli occhi socchiusi voluttuosamente.

Aveva già parlato con lui la mattina. S’erano già accordati. Tutto, tutto ella avrebbe lasciato, per seguir lui! Sì, anche laggiù, nel pericolo, da cui egli non avrebbe potuto in quel momento ritrarsi. Del resto, per forza, doveva andar laggiù; lì era la sua casa, lì il suo lavoro, che avrebbe ora messo a disposizione di altri, lasciando il Salvo. Che gl’importava? Di qual premio gli aveva ella parlato? Un grosso premio, ch’egli avrebbe perduto lasciando il Salvo.... Che gl’importava? Qual premio maggiore della felicità che ella gli avrebbe data, amandolo?

Così farneticava Aurelio nel balcone, in attesa, tornando a ripetere di tratto in tratto, smaniosamente: A domani! per sempre!

Nel salone, intanto, Ignazio Capolino parlava con aria afflitta del subbuglio, in cui la pubblicazione d’una denunzia in un giornale del mattino aveva