Pagina:I vecchi e i giovani Vol. II Pirandello.djvu/168

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Il cavalier Franco perdette la pazienza.

— Perchè? — gli gridò. — Ma che vi figurate che ci sia là dentro?

E indicò la cassetta, deposta su una tavola.

— Oh figlio!

— Tutto quello che si è potuto raccogliere, tra le fiamme. Niente! quasi niente!

— Oh figlio!

— Che volete più scartare, distinguere? Si arrivò troppo tardi. Alla stazione, non c’erano guardie. Prima che arrivasse il delegato d’Aragona, il fuoco.... Niente, vi dico.... qualche residuo d’ossa....

— Oh figlio!

— Non si conosce più nulla.... Sì, sì, pover’uomo, sì, piangete, piangete, che è meglio.... Povero Costa, sì.... sì.... È una cosa che.... oh Dio, oh Dio, che cosa.... sì, fa rinnegare l’umanità! Ma voi pensate, per levarvi almeno questa spina dal cuore, pensate che lì non c’è.... vostro figlio lì non c’è: non c’è più niente lì.... E del resto, poverino, pensate che quella donna, se voi la odiate, egli la amò; e forse non gli dispiace adesso, che ciò che di lui ci può esser là dentro, sia insieme, mescolato, coi resti di lei.... Povera donna! Avrà avuto i suoi torti, ma via, che sorte anche la sua!

— No.... no.... lei.... non posso.... non posso parlare.... lei.... a perdizione.... mio figlio.... lei! Ma non sapete, signor Commissario, che mio figlio era amato dalla figlia del principale? Si sa sicuro.... sicuro, questo.... è impazzita quella povera figlia mia, come la mamma! È stata.... è stata tutta una macchina.... Costei e quell’assassino del padre.... che se la intendevano tra loro.... per rovinare questo figlio mio.... per toglierlo all’amore di quella santa creatura.... Oh, signor Commissario, legatemi, legatemi le brac-