Vai al contenuto

Pagina:I vecchi e i giovani Vol. II Pirandello.djvu/169

Da Wikisource.

— 163 —

cia; signor Commissario, chiudetemi, chiudetemi in prigione, perchè, se io lo vedo, quell’assassino che mi ha fatto morire il figlio così, io lo ammazzo, signor Commissario, io non rispondo di me, lo ammazzo! lo ammazzo!

Il cavalier Franco intrecciò le mani, le strinse e scosse più volte in aria:

— Ma vi pare, — gli gridò poi, con gli occhi sbarrati, — vi pare, scusate, che io debba sentire simili spropositi? vi compatisco, siete arrabbiato dal dolore e non sapete più quel che vi dite. Ma perdio, vostro figlio, vostro figlio.... in un momento come questo, che basta un niente.... una favilla, a mandare in fiamme tutta la Sicilia.... non si contenta di prender la fuga, come un ragazzino, con la moglie d’un deputato.... ma va a cacciarsi da sè, là, come a dire: “Eccoci qua, fateci a pezzi! Cercate l’esca? Eccola qua! Ci siamo noi!„ — Perdio, bisogna esser pazzi, ciechi.... io non so! Con chi ve la prendete? E noi siamo qua, a dover rispondere di tutto.... anche d’una pazzia come questa! E per giunta, mi tocca di sentire anche voi: — Ammazzo! ammazzo! ammazzo! — Chi ammazzate? Credete che il Salvo, se pure è vero tutto quello che voi farneticate, ha bisogno della vostra punizione? Gli basta la pazzia della figlia!

Il Costa, dopo questa sfuriata, non ebbe più ardire di parlar forte; lo guardò con gli occhi in vetrati di lagrime; si morse un dito; mormorò:

— Se fosse capace di rimorso, signor Commissario! Ma non è!

Il cavalier Franco si scrollò; uscì dalla stanza.

— Andate, andate.... — gli disse dietro, il Costa; poi, càuto, s’appressò alla cassetta deposta su la tavola, e si provò ad alzarla.