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Pagina:I vecchi e i giovani Vol. II Pirandello.djvu/178

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che anzi gli convenisse aspettare il ritorno di Flaminio Salvo da Roma, per recarsi a Colimbètra a tentarne un altro, che già gli balenava, audacissimo.


Tenendosi per mano.


Flaminio Salvo non volle lasciare a Roma Dianella in qualche “casa di salute„, come i medici e la sorella e il cognato gli consigliavano; disse che, se mai, la avrebbe lasciata in una di queste case a Palermo, per averla più vicina e poterla più spesso visitare; ma la sua casa ormai — soggiunse — poteva pur trasformarsi in uno di questi privati ospizii della pazzia, sotto il governo d’uno o di più medici e con l’assistenza d’altre infermiere adatte: vi restava egli solo provvisto di ragione; ma sperava che presto, con l’esempio e un po’ di buona volontà, la perderebbe anche lui.

Quando fu sul punto di partire, però, si vide costretto a ricorrere a Lando Laurentano, perchè gli desse a compagno di viaggio Mauro Mortara, da cui Dianella non avrebbe voluto più distaccarsi, e che forse era il solo, che avrebbe potuto indurla a uscire da uno stanzino bujo, dal nascondiglio ove s’era rintanata, e a partire.

Lando Laurentano s’apparecchiava in gran fretta alla partenza anche lui, chiamato a Palermo dai compagni del Comitato centrale del partito; rispose dunque al Salvo, che avrebbero potuto fare insieme il viaggio, e che la mattina seguente sarebbe venuto con Mauro a prenderlo in casa Vella.

Flaminio Salvo notò nell’aspetto, nella voce, nei gesti del giovane principe una strana agitazione feb-