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Pagina:I vecchi e i giovani Vol. II Pirandello.djvu/181

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vecchi qua, ora, nel bel mezzo d’Italia, a Roma, sprofondava quasi in una cloaca; mentre su, nel settentrione, s’irretiva in una coalizione spudorata di loschi interessi; e giù, nella bassa Italia, nelle isole, vaneggiava apposta sospesa, perchè vi durassero l’inerzia dell’ignoranza, l’attesa della miseria, e ne venisse al Parlamento il branco dei deputati a formar le maggioranze anonime e supine! Là, là soltanto, forse, or ora, la gioventù nuova, la gioventù soffocata, attossicata, sacrificata, potrebbe dare un crollo a questa vile, oltracotante oppressione dei vecchi, e prendersi finalmente uno sfogo, e affermarsi vittoriosa!

Lando era balzato in piedi per gridare questa sua speranza a Mauro Mortara; ma s’era arrestato per carità, alla vista di lui che piangeva con quelle sue pietose medaglie in mano.

Il giorno appresso Antonio Del Re era stato ritrovato. Olindo Passalacqua era venuto a mostrare a Lando due telegrammi e un vaglia spediti d’urgenza da Girgenti per far subito partire il giovane; ma aveva soggiunto che il Del Re si ricusava ostinatamente di ritornare in Sicilia. Lando allora aveva pregato Maura di recarsi a prendere il giovane per invitarlo a partire con loro il giorno appresso; e Mauro a questa preghiera si era arreso di buon grado.

Ma come proporgli adesso di viaggiare insieme con Flaminio Salvo?

La mattina per tempo venne al villino di via Sommacampagna Ciccino Vella per concertare il modo di spinger fuori dal nascondiglio Dianella e farla partire. Guaj, se vedeva il padre! Durante tutto il viaggio, non doveva vederlo. Zio Flaminio Lando dovevano viaggiare in un altro scompar-