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Pagina:I vecchi e i giovani Vol. II Pirandello.djvu/188

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Nel tetro squallore della casa, era rimasto inorridito del suo apparire a sè stesso coi sentimenti e i ricordi tutti di quella madre. Ma gli era apparsa anche Anna, la sorella: il ramo che non s’era mai staccato da quel tronco; che miseramente una volta sola, per poco, era fiorito, per dare il frutto ispido e attossicato di quel figlio, in cui neanche l’amore della madre riusciva a penetrare. E fratello e sorella si erano stretti, allora, fusi in un abbraccio d’infinita tenerezza, d’infinita angoscia, all’ombra della tetra casa, assaporando la dolcezza del pianto, che li univa per la prima volta e che pur rompeva loro il cuore.

Egli doveva vivere per quella sorella e per quel ragazzo.

La notizia dell’arresto di Roberto, ormai inevitabile, attesa da un momento all’altro, era finalmente arrivata insieme con quella del suicidio di Corrado Selmi, ma vaga, ristretta in poche righe nei giornali siciliani, come una notizia a cui i lettori non avrebbero dato importanza, presi com’erano tutti, allora, dalla morbosa curiosità di conoscere fin nei minimi particolari l’eccidio d’Aragona.

La trepidazione di Anna per il figlio solo a Roma, il pensiero dell’ajuto da portare a Roberto avevano spinto dapprima Giulio a ritornar subito alla Capitale. Ma come abbandonar la madre in quello stato, sola lì con Anna, che s’aggirava per le stanze, chiamando il figlio, quasi forsennata? E che ajuto avrebbe potuto portare a Roberto? L’unico ajuto possibile sarebbe stato il denaro, il rimborso alla banca di quelle quarantamila lire, così che tutti potessero credere, che queste fossero state prese da lui, per bisogni suoi. Il suicidio del Selmi, ora, avrebbe forse aperto la porta del carcere a Roberto, ma gli sa-