Pagina:I vecchi e i giovani Vol. I Pirandello.djvu/15

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bestiale di soddisfare quaggiù tutti i bassi appetiti del corpo!

Parlava proprio bene, Monsignore. La vera ragione di tutto il male era questa. Insieme con Monsignore, che veramente, ricco com’era, sentiva poco le tribolazioni della vita, Sciaralla avrebbe voluto che tutti i poveri la riconoscessero, questa ragione. Ma non riusciva a levarsi dal capo un sant’uomo, un vecchierello mendico, venuto un giorno innanzi al cancello de la villa col rosario in mano, il quale, stando ad aspettar la limosina e sentendo un lungo brontolio nel suo stomaco, gli aveva fatto notare, con un mesto sorriso:

— Senti? Non lo dico io; lo dice lui che ha fame....

La costernazione di Sciaralla, per quel grave pericolo che sovrastava a tutti i signori, proveniva più che altro dalla sicurezza con cui il Principe, là nel salone, pareva lo sfidasse. Riposava certo su lui e sul valore e la devozione de’ suoi uomini quella sicurezza del Principe, al quale poteva bastare che dicesse di non aver paura, lasciando poi agli altri il pensiero del rimanente.

Fortuna che finora lì a Girgenti nessuno si moveva, nè accennava di volersi muovere! Paese morto. Tanto vero — dicevano i maligni — che vi regnavano i corvi, cioè i preti. L’accidia, tanto di far bene quanto di far male, era radicata nella più profonda sconfidenza della sorte, nel concetto che nulla potesse avvenire, che vano sarebbe stato ogni sforzo per scuotere l’abbandono desolato, in cui giacevano non soltanto gli animi, ma anche tutte le cose. E a Sciaralla parve d’averne una prova confortante nel triste spettacolo che gli offriva, quella mattina la campagna intorno e quello stradone.