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lauda lxxxv | 195 |
Qual pazo vorria fare, — per formicaio campare,
en formica tornare — per formicaio campato.
Maggior fo mia stoltizia — la grande alteza mia
de prender questa via — de farme om penato.
Io non te amai per mene, — ’nante te amai per tene,
non me crebbe bene — del mio fatigato.
Per te non fui maggiore, — né senza te minore,
trasseme l’amore — che fusse reformato.
Se m’ami per aver gloria, — mercenaia hai memoria;
attento stai a mia solia — pur del remunerato.
Non m’ami per amore, — ché ’l prezo te sta en core;
se ’l prezo ne trai fuore, — l’amor tuo è anichilato.
Se la tua utilitate — te trae ad amorositate,
poco d’aversitate — te fa l’amor cagnato.
Se l’amore è libero — che non sia avaro albitrio,
gentil fa desiderio — non condizionato.
Non c’è condizione — né messa per ragione,
è fatta l’unione — che non veste vergato.
Da l’amativo amabile — esce l’amor mirabile,
l’amore è poi durabile — semper in idem stato.