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Como la veritá piange ch’è morta la bontade
La Veritade piange, — ch’è morta la Bontade;
e mostra le contrade — lá ’ve è vulnerata.
La Veritá envita — tutte le creature
che vengano al corrotto — ch’è de tanto dolure:
cielo, terra e mare, — aere, foco e calure
6fanno grande romure — de sta cosa scontrata.
Piange la Innocenzia: — En Adam fui ferita,
en Cristo resuscitata; — or so morta e perita;
vendeca nostra eniuria, — Maiestate enfinita,
che vegia om la fallita — per la pena portata. — io
La Legge naturale — si fa gran lamentanza,
e fa uno corrotto — che è de gran pietanza:
— O Bontá nobilissima, — chi ne fará vegnanza
14de tanta iniquitanza — ch’en te è demostrata? —
La Legge mosaica — con le diece Precetta
fanno grande romore — de la Bontá diletta:
— O Bontá nobilissima, — co te vedemo afflitta!
18chi ne fará venditta — che t’hanno si sprezata? —
La Legge de la grazia — con lo suo parentato
anno clamore en alto — sopra lo ciel passato:
— O Patre onnipotente, — pari adormentato
22de sto danno scontrato, — ché onne cosa è guastata. —
L’alta Vita de Cristo — con la Encarnazione
fanno clamor si alto — sopra omne clamagione;
clama la sua Dottrina, — clama la Passione:
26 — Signor, fanne ragione, — che sia ben vendicata. —
La Divina Scrittura — con la Filosofia
fanno uno corrotto — con grande dolentia:
—
O Bontá nobilissima, — nostro tesauro e via,
30grande fo villania — averte si sprezata. —